De Laurentiis, Conte e De Bruyne

La conferma dell’arrivo da parte di Aurelio De Laurentiis di Kevin De Bruyne è stata accolta dai media nazionali con freddezza, con distacco, quasi come se il Napoli avesse puntato su un giocatore con poco ancora da dire.

Quello che il belga potrà mostrare in campo lo si vedrà nella prossima stagione ma sta di fatto che, il tasso tecnico di una squadra che ha vinto il campionato da poco terminato, con De Bruyne in campo è destinato in ogni caso a crescere ed il Napoli a centrocampo almeno nei titolari era già ben attrezzato.

Stamattina intervenendo sui social Ivan Zazzaroni, il direttore del Corriere dello Sport, che da sempre è l’unica testata sportiva che segue da vicino le vicende della squadra azzurra, ha sottolineato alcuni aspetti che ci sentiamo di condividere.

Zazzaroni parla di De Laurentiis e Conte

Il noto giornalista ha dichiarato: “1) che Conte e De Laurentiis hanno idee molto precise, convergenti e internazionali; 2) che oggi i grandi calciatori hanno un’immagine diversa di Napoli: a questo cambiamento hanno certamente contribuito Benitez, Ancelotti e Conte; 3) che c’è in Italia chi sa ancora fare calcio come si deve; 4) che il tanto criticato (il più delle volte giustamente) De Laurentiis può diventare il più importante presidente della storia del Napoli. Ma non serve ricordaglielo”.

Il discorso non fa una piega.

La sintonia tra il presidente De Laurentiis e il tecnico Antonio Conte è dimostrata da come i due abbiano saputo superare il momento critico della stagione rappresentato dalla partenza di Kvaratskhelia.

Conte avrebbe voluto un sostituto all’altezza e non ha certamente gradito l’arrivo all’ultimo di Okafor, un calciatore nel quale non ha creduto neanche per pochi minuti.

Certo il tecnico si è reso conto della difficoltà di reperire, senza svenarsi pericolosamente, un valido sostituto ma ha anche pensato che il georgiano avendo manifestato già il desiderio più volte di andare altrove doveva indurre la società a rimediare in anticipo l’eventualità.

La ricomposizione della questione è stato sicuramente un capolavoro del presidente De Laurentiis, iniziato la sera in cui il Napoli ha festeggiato lo scudetto. Le parole apparentemente dimesse per una volta del numero uno hanno indotto Conte a evitare una personalizzazione delle differenti posizioni.

Insomma ha prevalso il buon senso, un modo di essere di cui oggi sembrano di poter godere solo poche persone.

Quando poi Zazzaroni parla della dimensione internazionale acquisita dal Napoli grazie a Benitez, Ancelotti e Conte dice una cosa sensata. All’estero il Napoli è visto oggi con ben altri occhi rispetto all’Italia. Il passaggio seppure breve di Benitez e Ancelotti ha mostrato all’Europa calcistica che la realtà azzurra non è più da ricercare solo nel suo pubblico ma l’arrivo di certi giocatori, la mentalità trasferita da allenatori che hanno fatto bene in altri campionati europei importanti ha finito per collocare Napoli tra quelle società appetibili per i grandi giocatori.

Per quanto attiene al fatto che ci sia in Italia chi sa ancora fare calcio non vi è dubbio che l’accoppiata De Laurentis-Conte con le loro competenze: scrivania-campo, bilanci-autorevolezza nello spogliatoio appare incontrovertibile.

L’ultimo punto che riguarda come De Laurentiis possa diventare il più grande presidente della storia del Napoli di fatto è già stato traguardato.

Il Napoli risorto con la gestione del produttore non ha potuto contare sul genio calcistico di Diego Maradona ma su una solida base di ottimi giocatori spesso rivenduti con ampie plusvalenze che hanno consentito al club di crescere e lasciarsi alle spalle le incertezze e le difficoltà del passato.

Certo qual che critica il presidente l’ha meritata. Forse con una mano leggermente più larga il Napoli potrebbe aver vinto almeno altri due scudetti ma si sa che vincere a Napoli non è facile e poi non c’è la controprova che qualche sacrificio in più avrebbe automaticamente portato ad altri risultati.

Cosa è diventato oggi il Napoli?

In sostanza il Napoli oggi è una società a cui tutti guardano con ammirazione e rispetto.

Chi avrebbe pensato lo scorso campionato che Lukaku e McTominay sarebbero arrivati in maglia azzurra provenienti dalla Premier League?

Chi avrebbe pensato che Kevin De Bruyne che si aspettava un po’ più di riconoscenza dal Manchester City e da Guardiola avrebbe scelto proprio Napoli per dare alla fine della sua carriera un senso importante, una prospettiva vincente ed una scelta di vita?

Nessuno.

La campagna di rafforzamento del Napoli è appena iniziata, crediamo che se ne vedranno delle belle e che in ogni caso il Napoli saprà rispettare lo scudetto che si è cucito sul petto.

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