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In arte ALEKOS … nel quotidiano un esempio di bella gioventù!

Alessandro Rinaldi, osteopata e rapper, suggerisce uno strumento entusiasmante per conoscere se stessi e gli altri: l’arte, in tutte le sue forme.

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Già conoscevo Alessandro Rinaldi nelle vesti dell’osteopata che più volte mi ha rimesso in piedi. Durante le sedute si è subito creata la confidenza giusta per confrontarci sulle reciproche esperienze di vita e sicuramente mi è apparso un giovane tenace e dai forti principi, ma c’è stato un evento in particolare con il quale è riuscito ad aumentare la mia fiducia per il futuro.

Chi vive in continuo contatto con i giovani, purtroppo, non può esimersi dal prendere coscienza della decrescente capacità di aprirsi ed immedesimarsi nel prossimo per poi scoprire che, questa capacità esiste in forma embrionale ma ha bisogno di essere conosciuta e sviluppata. E questo è ciò che Alekos, giovane rapper napoletano, ha dimostrato parlando con gli adolescenti del Viale delle Acacie, in occasione della presentazione del libro «Giù i Paraocchi» (Apéiron Ed.) di Cristina Gargiulo, sua madre.

Coinvolgendo i ragazzi con le sue canzoni, che raccontano la sua esperienza con il mondo dell’autismo che ben conosce attraverso suo fratello più piccolo, Claudio, è riuscito a spingere i ragazzi a raccontare con la sua stessa spontaneità anche le loro esperienze, senza paura di giudizi: nessuna vergogna e nessun bisogno di ergersi ad eroi per le emozioni provate ma solo il percorso vissuto nell’accettazione di un ruolo assegnato dalla vita nella realizzazione di una vera società veramente inclusiva.

Il suo messaggio è chiaro: NON AVER PAURA DI ESPRIMERE LA PROPRIA INTERIORITA’, ciascuno secondo la forma d’arte preferita! Ed è molto bello che questo messaggio parta da un giovane per arrivare ai giovanissimi.

– Qual è stato il cambiamento che ha apportato nella tua persona, e quindi nella tua vita, scoprire la possibilità di poterti esprimere attraverso la musica.

La musica mi accompagna da sempre come una colonna sonora, fin da quando iniziai a scrivere i primi testi a 11 anni mi ha sempre accompagnato. Comunicare attraverso la musica, consente di far affiorare la parte più profonda del mio essere: la mia anima. Alekos e Alessandro condividono questa esistenza anche se spesso può capitare che siano su due lunghezze d’onda distinte. Con le mie canzoni cerco di dare voce a me stesso ma anche a chi non riesce ad esternare quello che ha dentro di sé.

Quale dei tuoi dischi consideri il più importante nella tua vita e perché…

I dischi sono come i figli, ognuno è un pezzo di cuore. I primi due mixtape “Alza la voce” vol. I e II sono nati prima di Spotify quando ancora si portavano i Cd (ormai sono passati 10 anni). “Kairos” e “Gocce” sono sicuramente dei progetti più maturi. Forse ti sorprenderò dicendoti che il mio disco più importante sarà il prossimo, perchè nascerà dalla versione migliore e più matura di Alekos.

Insieme a tua madre, presidente della Città adattabile, ed a tutti i componenti dell’associazione, hai sviluppato una sensibilità profonda. Come consideri l’essere fratello di un ragazzo autistico e cosa consiglieresti ad un ragazzino che vive il tuo stesso ruolo ed ora comincia ad acquisirne consapevolezza?

Credo che come tutte le cose dovremmo trarne sempre gli insegnamenti e i lati positivi. E’ normale che una persona possa provare ansia e paura verso un qualcosa di “ignoto”. L’amore in generale per la vita, per se stessi e per le persone in generale credo sia fondamentale per godersi questo viaggio nel migliore dei modi. Spesso vedo ragazzi forti che ancora non hanno capito a pieno le fortune che la vita sta riservando loro.

– Grazie al tuo intervento alla SMS Viale delle Acacie hai dimostrato di saper comunicare molto bene, colpendo nel cuore, gli adolescenti. Credi che questa dote, insieme a quella artistica, ‘ti assegni‘ un particolare compito sociale?

L’arte è presente in tutto quello che faccio, ovviamente il lato empatico e comunicativo sono al centro di tutto ciò. Trasmutare esperienze di dolore in vere e proprie occasioni di vita credo sia una esperienza forte. Dall’esperienza nelle scuole ne esco sempre arricchito e pieno di carica. Tra i ruoli che mi sento più sulla pelle a livello sociale c’è quello del “guaritore” usando un termine mitologico mi potrei definire un “Chironiano”, ovvero un guaritore ferito.

– Cosa vedi nel tuo futuro ed in quello delle nuove generazioni?

Nel futuro vedo un risveglio, una presa di consapevolezza da parte delle nuove generazioni che pian piano possono cambiare lo stato delle cose, diffondendo messaggi di amore, condivisione e rispetto in questo mondo. Spero che la mia musica possa accompagnare questo cammino di alcune generazioni che si risveglieranno.