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La biblioteca che vorrei

La Biblioteca Scolastica e il territorio

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Come abbiamo visto nello scorso articolo, fare rete è fondamentale per condividere informazioni e esperienze. La biblioteca scolastica diventa parte integrante del territorio quando essa si rende appetibile ad esso. Perché questo accada è necessario modificare l’antica visione di biblioteca, concepita solo come luogo di conservazione dei libri che diventano quasi intoccabili, la biblioteca come luogo antico e di culto incute timore, l’alunno al momento del prestito avverte il peso del Sapere ed il timore del non Sapere.

La biblioteca scolastica come luogo visto inaccessibile dagli allievi

Nell’immaginario collettivo il rapporto che spesso i nostri allievi hanno con la biblioteca ed in particolare con la b.s. è quello di un luogo inaccessibile, sia perché spesso è chiusa sia perché è un ambiente poco vivo e vissuto.

Occorre, dunque, modificare del tutto gli spazi. Creare un luogo accogliente e rassicurante aiuterà i ragazzi a sentirsi a proprio agio.

Da questa considerazione bisogna partire per capire quanto sia importante un punto di svolta.

L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ci insegna che l’accesso all’informazione e alla conoscenza è un prerequisito necessario al raggiungimento dei 17 obiettivi (S.D.G.) fondamentali.

Vorrei partire dall’esempio sul campo dell’associazione Save the Children che con il progetto “Futuro prossimo” ha intrapreso una seria iniziativa per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica.

I territori interessati sono stati Napoli – Chiaiano – Venezia Marghera – Sassari.

In collaborazioni con associazioni già esistenti sul territorio Save the Children ha attivato una rete per la promozione della lettura ed il potenziamento delle biblioteche scolastiche. Sono stati coinvolti quindici istituti scolastici di diverso ordine e grado su territori a rischio di dispersione scolastica e con una grave “povertà educativa”. La lettura è stata intesa come strumento per fronteggiare queste criticità.

La chiave vincente è stata la collaborazione creata da tutte le realtà della comunità educante (istituzioni, scuola, associazioni, famiglie).

L’azione di “Futuro prossimo” ha visto sorgere nell’istituto Comprensivo Latte Dolce Agro di Sassari una b.s. allegra e stimolante con spazi aperti e colorati, è stata chiamata: Bibliolab. Divenuta non solo b.s. ma anche biblioteca di quartiere.

Certo, molto più difficile ed impegnativo è trasformare le biblioteche scolastiche già esistenti.

Biblioteche risalenti all’età dei relativi Istituti scolastici (1950 1960) che nel tempo non sono state rinnovate: vecchie scaffalature, vecchie scrivanie, assenza di accesso ad internet.

Queste b. s. spesso, contengono libri di valore: edizioni non più in catalogo, o in alcuni casi, fondi storici.

Una carta a loro favore che le rende speciali.

Rinnovare questi spazi è impresa ardua ma non impossibile, ce lo ha dimostrato il Liceo scientifico di Vasto – in Abruzzo – che, con il sostegno del dirigente scolastico, del personale docente, dei collaboratori scolastici, e l’intervento essenziale degli alunni – vedi P. C.T.O.- hanno modificato, rimodernato, stravolto, l’ambiente esistente trasformandolo in un luogo innovativo, con accesso ad Internet, lavagne interattive, e, chiaramente, come primo protagonista: il libro.

Per fare ciò, occorre non temere lo scarto dei libri, eliminare i libri rovinati e desueti. Resa la b. s. stimolante ed attraente ecco che essa si apre al territorio ed entrano a farne parte come attori interpreti, tutti i cittadini del quartiere, in primis, i genitori degli alunni i quali, in questo caso, hanno dato la loro disponibilità per tenere aperta la b. s. anche in orario post-meridiano.

Durante il primo convegno di “Bibliars” -nome della rete delle b. s. abruzzesi –  è stato dedicato un workshop ai progetti innovativi presenti sul territorio. E, quello del Liceo scientifico di Vasto ci ha entusiasmato particolarmente proprio per la sua specialità.

 

Altro esempio di b. s. innovativa sul nostro territorio è l’Istituto Comprensivo Collodi Marini di Avezzano, cittadina ai piedi del monte Velino. Creato dal nulla, e poi aperto al territorio, lo spazio b. s. del Collodi Marini è aperto e coinvolgente.

In questo caso si è partiti con un esiguo numero di libri fino a creare una ampia scelta ed opportunità di testi adatti sia ai bambini della primaria sia ai ragazzi della secondaria di primo grado. Si è creata un’ampia aerea con poltrone e pouf comodi, sedie e banchi ergonomici, dove i bambini e i ragazzi possono rilassarsi leggendo.

La b. s. del Collodi Marini si sperimenta luogo di convivialità pomeridiana nel caso di presentazione di libri, di concerti, tenuti da insegnanti della scuola o di altri istituti, nonché di gruppi lettura per bambini e adulti ed infine di letture ad alta voce.

Il punto di arrivo è inventare una b. s. quale ambiente funzionale e innovativo per la scuola, compiuto tale passo essa può aprirsi al territorio con l’aiuto di figure di supporto interne ed esterne alla scuola.

L’apertura al territorio fa la differenza.

Sperimentata come luogo dove condivisione ed inclusione si incontrano, la b.s. diviene vitale per il proprio quartiere. Non è più considerata solo come un luogo dove prendere in prestito libri e fare ricerche ma, diviene un posto dove svolgere le più composite attività: lettura ad alta voce, reading poetici, attività di slam poetico, presentazione di libri, letture individuali, incontri musicali e così via.

Infine, distesa al quartiere, può offrire ai nostri ragazzi una zona dove intrattenersi, discutere, fare attività di gruppo inerenti lo studio scolastico, o trascorrere del tempo in compagnia leggendo un libro.