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Napoli prima tappa degli Stati generali della cultura

E’ partito da Napoli l’evento curato dal Sole 24 Ore dedicato al grande patrimonio culturale italiano e alla valorizzazione degli asset strategici del settore

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E’ andato in scena al Teatro Bellini di Napoli il 13 e 14 giugno il primo appuntamento degli Stati Generali della Cultura 2025, la manifestazione promossa dal Sole 24 Ore con lo scopo di raccontare la grande ricchezza culturale del nostro Paese e la continua evoluzione delle modalità di offerta e di fruizione dell’immenso patrimonio culturale, materiale e immateriale, italiano.

Napoli prima tappa dell’evento

La manifestazione, che si articolerà in quattro tappe (dopo Napoli saranno protagoniste Firenze, Palermo e Torino), vuole dare voce ai diversi protagonisti del “comparto” della cultura. Imprenditori, manager, rappresentanti delle istituzioni, volti dello spettacolo e della cultura sono chiamati a confrontarsi sulla situazione e soprattutto sulle prospettive di un settore che è assolutamente centrale per l’economia e lo sviluppo del nostro Paese.

Napoli

Napoli Piazza Plebiscito

In questa ottica appare simbolica la scelta di partire proprio da Napoli, a testimonianza del ruolo centrale che il Sud e la Campania rivestono nel panorama culturale nazionale, oltre che per la vastità e il valore del patrimonio storico-artistico anche per la ricchezza della filiera produttiva e il numero sempre maggiore e più qualificato di operatori e istituzioni attivi nel settore.

In particolare la città di Napoli con le proprie bellezze naturali, le proprie tradizioni, l’enorme patrimonio di beni culturali, musei, chiese e palazzi storici, la grande e sempre più qualitativa offerta di eventi, manifestazioni e spettacoli, attira sempre più turisti dando vita a un notevole indotto economico: Napoli insomma da considerare come una realtà sempre più dinamica e protagonista (ricordiamo l’importantissima assegnazione della Coppa America 2027 e la recentissima conquista dello scudetto), senza per questo dimenticarne le numerose criticità.

La prima tappa degli Stati Generali della Cultura 2025, promossa come detto su iniziativa del Gruppo 24 Ore e realizzata con la collaborazione della Regione Campania e della Scabec (Società Campana Beni Culturali), nelle giornate del 13 e 14 giugno ha dato vita a un interessante confronto sull’evoluzione e l’impatto dell’industria culturale sul sistema Paese e sui territori.

L’importanza sociale della cultura 

Numerosi gli interventi, che hanno interessato differenti tematiche sullo sfondo di un “sistema cultura”, sia nazionale che Campano, considerato giustamente come motore di crescita, innovazione e identità da alimentare con adeguate politiche culturali e di innovazione, oltreché con efficienti sinergie tra soggetti pubblici e privati ed una sempre maggiore valorizzazione del patrimonio.

Liborio Stellino

Liborio Stellino, rappresentante italiano all’UNESCO

La cultura è una colonna portante del Made in Italy e strumento di crescita economica”, ha affermato nell’intervento di saluti il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini. Di cultura come strumento di contrasto alle guerre e alla barbarie”, ha poi parlato Liborio Stellino, rappresentante dell’Italia all’Unesco: “L’Italia ha 60 siti nella lista del patrimonio Unesco, seguita di un passo dalla Cina con 59. Ma ha anche 12 geoparchi, 22 riserve di biosfera, 14 città creative” ha ricordato Stellino, che ha poi dato una “ghiotta”, è il caso di dirlo, anticipazione: “Sono ottimista sulla candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale che si deciderà a dicembre”.

Non sono mancati ovviamente gli interventi dei politici. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca, intervistato dal vice direttore del Sole, Daniele Bellasio, ha evidenziato l’importanza sociale della cultura: “La cultura – ha dichiarato De Luca – deve assumere la responsabilità di educare alla verità, deve ricostruire i valori e la capacità critica dei cittadini. Un ruolo fondamentale in un mondo destrutturato, teatro di barbarie, in cui la democrazia è ormai a fine corsa”.

Le polemiche

Anche la politica nazionale ha voluto far sentire la sua voce attraverso il presidente della Commissione cultura della Camera, Federico Mollicone, che nel suo intervento ha annunciato: “A luglio arriverà in Aula “Italia in scena”, provvedimento che punta a coinvolgere i privati nella valorizzazione del patrimonio culturale. Prevediamo, tra l’altro, la creazione di una Anagrafe digitale e un Elenco della sussidiarietà”.

Una anticipazione teoricamente importante, a cui però si sono contrapposte dichiarazioni polemiche da parte di alcuni dei personaggi del mondo dello spettacolo presenti, che hanno approfittato dell’occasione per criticare l’insufficiente sostegno dello Stato alla cultura, e allo spettacolo in particolare.

Aurelio de Laurentiis

Aurelio de Laurentiis, presidente della Filmauro

Innanzitutto Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico indipendente presidente della Filmauro che, intervistato dal giornalista del Sole 24 Ore Stefano Biolchini, ha criticato apertamente il ministero della Cultura: “Le risorse per il restauro delle sale cinematografiche – ha affermato – ci sono ma non vengono distribuite e parliamo di 75 milioni, mentre abbiamo sale in grave condizione di degrado”. Parole molto critiche anche quelle di Massimiliano Gallo, attore e regista napoletano, che ha sottolineato: “Siamo in una grave crisi del cinema, si è bloccato tutto. Il ministro della Cultura dovrebbe sedersi a un tavolo, ascoltare gli operatori, e cercare soluzioni. Pare che abbia distribuito 7 miliardi, vorrei sapere come, visto che si tratta di fondi pubblici”. E dichiarazioni polemiche pure da parte di Marisa Laurito, attrice napoletana oggi direttrice del Teatro Trianon Viviani: “Ho chiesto di essere ricevuta dal ministro Alessandro Giuli per presentargli un progetto ma non ho ricevuto risposta”.

In definitiva, oltre alla conferma del fondamentale ruolo socio-economico della cultura e delle enormi potenzialità del nostro Paese, l’evento andato in scena al Bellini ha evidenziato un altro aspetto sicuramente meno incoraggiante: il riscontro spesso insufficiente delle Istituzioni.

Uno scenario sicuramente sconfortante vista la valenza che può avere lo spettacolo, e che sicuramente ha più in generale la cultura, come strumento non solo di crescita economica ma anche e soprattutto di inclusione e promozione sociale.