E sono quattro. Dopo appena due anni il Napoli torna sul tetto d’Italia. Lo fa in maniera differente. Con un avversario duro e forte come l’Inter. Lo fa all’ultima giornata. All’ultimo fiato di un campionato bellissimo. Sofferto. Ma particolarmente dolce.
Lo fa in casa questa volta. Fra le mura amiche di uno Stadio Diego Armando Maradona pieno in ogni ordine posto, settore ospiti compreso. Ma dipinto di un solo colore. Lo stesso del cielo. Lo stesso del mare. Il più bello che c’è. L’azzurro.
L’ultimo step del campionato vede gli azzurri di Antonio Conte impegnati contro il Cagliari di Davide Nicola. Ed è partita vera. I sardi, già salvi, si giocano il match a viso aperto.
Ma i 55.000 di Fuorigrotta, assieme ai tifosi rimasti all’esterno del Maradona, assieme a quelli di Piazza del Plebiscito, di Piazza Mercato, di Scampia, di casa dal divano, di Milano, di Parigi, di New York, del mondo, trascinano il Napoli verso una vittoria che regala alla piazza partenopea una nuova storica data.
Alle 22.48 del 23 maggio 2025 il Napoli è CAMPIONE D’ITALIA per la quarta volta.
Lo diventa grazie ad una prestazione importante degli uomini di Conte. Il gol non arriva subito, anzi, solo in chiusura di primo tempo. Nonostante il Napoli ci provi e ci riprovi la porta cagliaritana sembra stregata.
Ma ci pensa lo scozzese McTominay a sbloccare il match. Pennellata di Politano, rovesciata del gigante biondo di centrocampo e gol che resterà impresso nella mente e nei cuori dei tifosi per sempre.
Nella ripresa gli azzurri raddoppiano. Lukaku decide di mettersi in proprio e con uno sfondamento di velocità, determinazione e fisico brucia la difesa cagliaritana e fa esplodere il Maradona. Il sogno è ora più vicino.
Sul campo di Como anche l’Inter vince 2 a 0 ma non basta, non può bastare. Perché il Napoli chiude la stagione a quota 82 punti, uno in più dei rivali nerazzurri. Ed è scudetto.
Da Meret a Lukaku un’impresa storica
Meret 6,5: non è quasi mai impegnato. Difende i pali come sempre nel migliore dei modi. Dando sicurezza all’intero reparto arretrato. Quest’anno vince lo scudetto da protagonista assoluto.

il capitano Di Lorenzo con McTominay e Rrahmani
Di Lorenzo 6.5: sono quattro gli scudetti del Napoli. Due quelli alzati dall’attuale capitano partenopeo. Grinta, passione, sacrificio, dedizione. L’anima di questa squadra.
Rrahmani 7: ha cambiato compagno di reparto quattro volte in questo campionato senza mai risentirne. Si regala un’altra prestazione da incorniciare.
Olivera 6.5: molto meglio rispetto alle ultime uscite in cui da centrale non aveva convinto. Nel calore di casa non sbaglia un colpo ed anche per lui è il secondo scudetto in 100 presenze in maglia azzurra.
Spinazzola 7: dato per partente certo a gennaio, Conte ha fatto di tutto per trattenerlo. E ha fatto bene. Ha disputato un girone di ritorno da protagonista. E anche contro il Cagliari i suoi dribbling, la sua velocità, la sua resistenza e i passaggi filtranti per i propri compagni di squadra gli riservano un bel 7 in pagella.
Politano 7.5: da quando è arrivato non gli si può certo rimproverare di non aver finito ogni partita con la maglia bagnata. Intrisa di sudore. Ha dato tutto per questa maglia e sta continuando a farlo. L’assist per il gol splendido di McTominay è perfetto.
Anguissa 6.5: ha scelto Napoli arrivando da molto lontano. I suoi muscoli, la sua tenacia, la sua forza fisica sono sempre stati a disposizione del centrocampo partenopeo. Contro il Cagliari dimostra ancora una volta di non darsi mai per vinto. Speriamo non sia la sua ultima partita in azzurro.
Gilmour 6.5: chiamato ancora una volta a sostituire Lobotka in cabina di regia. Si comporta bene. Sfiora anche il gol del vantaggio ma il portiere avversario lo blocca sul più bello. Può essere importante per il futuro di questa squadra.

Il gol pazzesco di McTominay
McTominay 9: gli aggettivi sono finiti. O almeno così credevamo. Perché ogni volta che ce lo fa pensare poi dal cilindro ne caccia una nuova. La giocata che probabilmente resterà impressa nella mente di tutti i tifosi partenopei se la inventa in chiusura di primo tempo.
In quel momento l’Inter è momentaneamente Campione d’Italia grazie al risultato che sta maturando a Como. Ma lo scozzese partenopeo decide che dopo una stagione del genere non sarebbe giusto. Eguaglia Hamsik a 12 gol in campionato. E oltre ad essere il più importante il dodicesimo è anche il più bello.
Sulla pennellata di Politano dalla fascia destra, Scott si libera della marcatura avversaria e con una semirovesciata incredibile buca la porta avversaria. FENOMENO.
Raspadori 6.5: grazie ad un finale di stagione incredibile si regala una notte da protagonista. Schierato titolare nel match più importante nel 4-4-2 di Conte Jack risponde con una prestazione importante. Per poco non ci mette lo zampino ma impegno e sacrificio non mancano.

L’esultanza di BigRom
Lukaku 8: probabilmente non è il bomber che ci si aspettava. Ma il suo contributo per la squadra è sempre importante. Ad ogni modo sono 14 i gol in campionato. Quello contro il Cagliari arriva da un’azione in solitaria.
BigRom decide di fare il Lukaku dei tempi d’oro e con un’azione in cui forza fisica, velocità, determinazione la fanno da padrone, supera l’intera difesa avversaria e deposita nell’angolino il gol che fa esplodere tutti in campo e sugli spalti.
Neres, Ngonge, Mazzocchi, Simeone, Billing 6.5: subentrati a Politano, Gilmour, Spinazzola, Lukaku e Anguissa. Partecipano alla festa con impegno e dedizione. Neres sfiora il gol dopo un’altra discesa di Lukaku che lo serve in maniera perfetta.
Mazzocchi entra con tenacia e caparbietà. Simeone, Ngonge e Billing fanno il possibile per dare il loro contributo. La serata è talmente bella e perfetta che meritano tutti più della sufficienza in pagella.
Conte ed il suo miracolo
Antonio Conte 8: è il quarto allenatore del quarto scudetto del Napoli. Centrarlo al primo anno non era cosa semplice. Specie dopo l’annata disastrosa del post scudetto di Spalletti. Ma prendere Conte è quasi sempre garanzia di successo. Quantomeno sai di poter lottare per le primissime posizioni.

Conte ed il suo pupillo Lukaku
Dispiace non vederlo in panchina nel valzer finale del campionato ma l’espulsione di Parma gli costa caro. Grinta e passione però non mancano. Si agita, si innervosisce, esulta ed esplode di gioia anche dalla tribuna. Il suo Napoli non sarà stata la squadra tecnicamente più forte, non sarà stata la squadra più completa in ogni reparto e con più gol all’attivo.
Ma senza dubbio è stata la squadra più decisa, più caparbia, più determinata del campionato. Perderlo dopo un solo anno, specie dovesse tornare sulla panchina degli odiati, sportivamente parlando, rivali bianconeri della Juventus sarebbe un peccato.
Il presidente farà il possibile per trattenerlo. Non dovesse riuscirci non si può far altro che ringraziarlo per il quarto scudetto e per aver riportato sul tetto d’Italia dopo appena due anni il Napoli.