Parma – Napoli 0-0 scudetto al cardiopalma

Dammi solo un minutoUn soffio di fiatoUn attimo ancoraStare insieme è finitoAbbiamo capitoMa dirselo è dura

È il brano dei Pooh. Diventato un coro da stadio. Che ha accompagnato i tifosi del Napoli già due anni fa alle battute finali del campionato. Che quest’anno si riascolta da qualche giornata e che in particolare al Tardini di Parma si è alzato fiero dallo spicchio partenopeo.

È proprio così. Un soffio di fiato. Un attimo ancora. Un attimo ancora prima di capire chi sarà a cucirsi sul petto il tricolore 2025 fra Napoli e Inter.

Gli azzurri a fine partita

Gli azzurri pareggiano a Parma. Tre legni. Un rigore oltre il novantesimo prima dato e poi revocato per fallo di Simeone in precedenza. Mentre a Milano Arnautovic segna il 3 a 2 ma viene annullato. 

Pedro santo subito. Questo è lo slogan di fine serata a Napoli. È difatti la doppietta del trentasettenne laziale che tiene ancora gli uomini di Conte in vantaggio di un punto sull’Inter. Napoli 79, Inter 78. Si gioca tutto all’ultimo step. Maradona che si preannuncia stracolmo per la sfida col Cagliari. Inter atteso dal Como di Fabregas

Tre pali ma Napoli poco efficace

Il portiere azzurro Meret

Meret 6.5: uno dei migliori. Impegnato poco ma si esibisce in due parate importantissime. Una nel primo e una nel secondo tempo. 

Di Lorenzo 5.5: perde alcuni palloni velenosi e in un pò troppe occasioni non è preciso. 

Rrahmani 6.5: prova precisa e solida. Non sbaglia quasi nulla e con qualche intervento ruvido ma estremamente efficace si guadagna più della sufficienza. 

Olivera 5.5: la sensazione continua ad essere che da centrale sia meno preciso ed efficace che da esterno. È adattato per l’emergenza e si vede. 

Spinazzola 6.5: corre e dà l’anima sulla corsia sinistra. È assolutamente uno degli uomini in più di questo finale di stagione. Precisione nei passaggi e per poco non manda McTominay, fermato fallosamente, in porta.

Anguissa 6.5: prova solida in mezzo al campo. Quel sombrero all’avversario di destro con tiro di sinistro che si stampa sul palo da solo vale il prezzo del biglietto. Sfortunato. 

Gilmour 6: non è Lobotka. Meno preciso e meno presente in mezzo al campo. Ma la prova non è certamente da buttare. 

Politano 6: dà l’anima come sempre. È uno dei più vivaci lì davanti. Primo tempo ottimo. Nella ripresa cala un pò. Eppure colpisce la traversa con un tiro cross insidioso.

Lo scozzese in azione

McTominay 6.5: in ombra rispetto ad altre gare. Ma ad ogni modo nonostante questo va lui sulla punizione più vicina alla porta avversaria battuta dal Napoli. Tira forte e prende la traversa. Splende anche quando non brilla. 

Raspadori 6: non è il Jack degli ultimi trmpi. Ma prende ugualmente la sufficienza perché ci mette sacrificio e tanto impegno.

Lukaku in difficoltà

Lukaku 5: dovrebbe essere l’uomo in più. Quello in grado di spostare gli equilibri. Di metterci la faccia e di far sentire la sua presenza. Specialmente in partite cruciali come questa. È stato voluto e preso da Conte per questo. Ma nella partita più importante si limita a difendere qualche palla senza mai liberarsi per il tiro. Troppo poco. 

Billing, Neres 5.5: subentrati al ’69 per Gilmour e Raspadori. Non danno la scossa necessaria sbagliando qualche pallone di troppo. Neres si prende un rigore sacrosanto ma Doveri lo revoca giustamente per precedente fallo di Simeone.

Simeone, Ngonge e Mazzocchi s.v.: subentrati al ’80 per Lukaku e Politano e al ’86 per Spinazzola. 

Conte ad un passo dal tricolore

Conte 5.5: nervoso. Nervosissimo. Si fa espellere, magari anche a giusta ragione, ma non sarà in panchina al Maradona contro il Cagliari. 

“Andiamoci a prendere lo scudetto”

Per quello che sarà l”ultimo step. L’ultimo passo per vincere un tricolore che in pochi pensavano possibile a inizio anno. Che in pochissimi credevano realizzabile dopo la partenza di Kvaratskhelia. Eppure il suo Napoli è lì. A un centimetro dal traguardo.

Ma la squadra scesa in campo a Parma gioca male per lunghi tratti. È vero che i tre legni fermano il Napoli ma gli azzurri si salvano grazie al pari dell’Inter e non per propri meriti. La fortuna lo assiste.

Ora deve essere lui ad assistere i suoi tifosi e a regalargli una gioia anche se non siederà in panchina. Poi si parlerà del futuro. C’è tempo per quello. 

Direzione di gara impeccabile

Doveri 7: Arbitra una gara delicata. Una gara che può decidere lo scudetto. E lo fa nel migliore dei modi. Non incattivisce mai il match. 

Caccia fuori Chivu e Conte a giusta ragione. Prima dà un rigore per fallo netto su Neres oltre il novantesimo. Decisione che può decidere il campionato. Poi lo va a rivedere al Var e lo annulla per precedente fallo, altrettanto netto, di Simeone.

Serata perfetta. Personalità da vendere. 

 

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